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SINEZAMIA

Formazione:
Marco Grazzi – voce – dal 2004
Carlo Enrico Scaietta – tastiere – dal 2004
Marco Beccari – basso – dal 2008
Federico Bonazzoli – chitarra – dal 2009
Stefano Morbini – batteria – dal 2011

Luogo di provenienza : Mantova

1. Com’è nato il gruppo? Ci sono stati cambiamenti nella formazione?

Il gruppo è nato nella metà del 2004, con l’intento di riportare quelle sonorità che ascoltavamo attraverso nostri pezzi, scritti, arrangiati e suonati da noi. All’epoca eravamo 17/18 anni ma fin da subito sono nati i primi pezzi nostri come Corto Circuito, Fotografia, Noia, Dentro me. Molti rimasti inediti, altri li suoniamo ancora oggi. Le band di riferimento erano le classiche band new wave dark anni ’80 anche se a mio avviso abbiamo sempre avuto una attitudine più virata verso il rock. Da quel lontano Maggio 2004 siamo rimasti solo io, alla voce e Carlo Enrico Scaietta alle tastiere. Molti sono entrati, altrettanti usciti. Questa formazione attuale risale alla fine del 2010, attraverso la quale la band ha intrapreso un’impronta sonora ben più violenta, massiccia e corposa. Ed è quella con la quale sono usciti il fortunato singolo OMBRA nel 2011 e l’album LA FUGA nel Marzo di quest’anno.

 

 

2. Che tipo di musica fate? In base a cosa avete scelto?

Fondamentalmente facciamo un rock italiano cantato rigorosamente in italiano, molto cupo ed aggressivo. Sicuramente agli inizi, soprattutto nei primi due EP del 2007 e del 2009 eravamo più una band new wave, legata a band come i Litfiba e Diaframma degli anni ’80. Con questa formazione invece, grazie anche al fatto che siamo 5 ragazzi con background differenti, si sta creando un suono sempre più personale che sta trovando riscontro sia negli amanti del rock, del dark, della new wave ed addirittura nel metal, cosa insolita per noi. Credo che LA FUGA rappresenti solo la partenza di questo nostro nuovo percorso. Già nei nuovi pezzi che stiamo componendo e registrando in sala prove suonano diversi, con una cura più maniacale degli arrangiamenti e sperimentazioni sonore per noi inedite. La scelta all’epoca di orientarci verso un trend “dark wave” era legata agli ascolti miei e degli amici, divenuti poi componenti veri e propri della band. Ora non ci poniamo limiti ne etichette… suoniamo la nostra musica e basta.

 

3. Che significato ha il nome del gruppo? Com’è nato (il nome)?

Il nome risale al 2003, ancora prima che nascesse la band e fu cognato da me e Carlo Enrico. E’ l’accostamento di due parole latine Sine e Zamia, ovvero “Senza pregiudizio”. Ci piaceva il significato ed il suono. Sicuramente una parola originale e unica. Non ricordo bene le dinamiche, ma io avevo già in mente di formare una band e suggerii questo nome all’allora band di Carlo Enrico, che però non venne mai utilizzato. Meglio cosi.

 

4. Avete pubblicato qualche album?

Com’è nato.
Significato del nome dell’album.
Significato della copertina.
Parla della storia.
Vi auto-producete oppure avete trovato un etichetta?
Avete incontrato qualche difficoltà nel mettere su questo progetto (prima, durante e dopo)? Se sì, quali?
Progetti futuri?

· Il nostro primo album è uscito nel marzo di quest’anno e si intitola LA FUGA, da Agosto ci stiamo avvalendo della collaborazione con i ragazzi di Atomic Stuff per la promozione del disco in Italia e all’estero su panorami nuovi, diversi da quelli dark, new wave degli ultimi anni (dove ci siamo sempre mossi) per spingere la nostra musica anche su altri fronti, secondo noi attinenti a quello che facciamo adesso e molto interessati. Lo dimostrano le ottime recensioni su diverse webzine metal. Prima di questo lavoro, ci sono state altre uscite discografiche ufficiali, ovvero l’ep FRONDE del 2007 (7 pezzi), l’ep SACRALITA’ del 2009 (4 pezzi) ed il singolo OMBRA nel 2011.
Da fine 2010 ad ora non abbiamo più suonato a Mantova. Abbiamo deciso di dedicarci soprattutto alla stesura e pre-produzione dell’intero disco e a provarlo dal vivo lontano da casa. Siamo stati quindi in diverse città, come Torino, Bergamo, Brescia, Milano, Roma, raccogliendo diverse esperienze. Nell’aprile 2011 siamo entrati negli Strong Studio di Saro Torreggiani ed abbiamo registrato il singolo “Ombra”,edito poi nel mese successivo. Visti i numerosi e positivi riscontri del pezzo, abbiamo deciso di entrare in studio a fine maggio, per iniziare a registrare i pezzi inediti che avevamo, con l’intento di arrivare a confezionare un disco di otto brani. La prima parte di registrazioni si è conclusa a luglio con sei canzoni registrate. Le ultime due, composte tra agosto e settembre, sono state registrate a ottobre. Il disco sarebbe dovuto uscire a cavallo tra dicembre e gennaio ma purtroppo, un furto a fine novembre agli Strong Studio ha causato l’imprevisto: tutte le registrazioni sono andate completamente perse. Un furto che ha toccato nel profondo noi ed altri dieci artisti. Tutto da rifare, tutto da capo, proprio quando il traguardo era li, ad un soffio. Non ci siamo persi d’animo e con la grinta e voglia di riscattarci, nel solo mese di dicembre abbiamo registrato nuovamente l’intero disco con Daniele La Spada e nei primi due mesi dell’anno abbiamo curato i mixaggi e master con Saro. E’ stata una bella rivincita e una grande soddisfazione personale. A posteriori, possiamo dire che il risultato, sicuramente dettato dalla rabbia per quello che era successo e dall’entusiasmo di pubblicare un disco nuovo, è stato decisamente migliore. Ridendoci sopra, possiamo anche dire che da qualche parte esistono le registrazioni inedite di un disco dei Sinezamia che non vedranno mai la luce, forse.
l titolo è stato scelto come ultima cosa, dopo la copertina, opera della bravissima fotografa fiorentina Elisa Melai. All’inizio vi erano altri titoli, come “Metamorfosi”, “Vita sotterranea”, “Frammenti”. Poi abbiamo deciso di optare per “La fuga”, che è anche uno dei pezzi contenuti nell’album. Questo disco per noi rappresenta una fuga da tante cose.
Innanzitutto è una fuga dalla quotidianità e dalla mondanità che, la maggior parte delle volte, opprimono i nostri sentimenti e le nostre aspirazioni e la musica è sicuramente un mezzo che aiuta ad evadere. Una fuga da certi stereotipi musicali troppo inflazionati e scontati; noi stessi non ci consideriamo più una band solamente new wave o dark o come dir si voglia e credo che questo album ne sia la prova. E’ il frutto di cinque background musicali diversi che hanno dato vita a questi otto pezzi e ad altri che, per il momento, sono rimasti nel cassetto o stanno nascendo ora. Ci piace mescolare un po’ le tinte,mantenendo però il nostro stile, sicuramente diverso da molte altre band ma tuttora riconoscibilissimo; è una fuga da continui accostamenti… e credo che noi ce l’abbiamo fatta. Ora tocca a chi ci ascolta riscontrare questo fatto…
Ci siamo sempre autoprodotti tutto. Tutti i nostri lavori discografici sono stati finanziati da noi stessi. Io ho seguito l’aspetto grafico di tutti gli artwork e l’aspetto burocratico stampa/siae/vendita.
La stessa distribuzione è seguita da noi. Vendiamo il cd per corrispondenza, in alcuni negozi, su Ebay e su oltre 20 piattaforme digitali in tutto il mondo. Certo, la cosa resta sempre limitativa perché viene a mancare una distribuzione e promozione capillare ed adeguata. Ma coloro che dicono di occuparsi di ciò, il più delle volte, richiedono cifre troppo alte e non siamo mai certi del riscontro garantito. Lo stesso discorso vale nel trovarci le date. Seguiamo tutto noi, siamo una piccola azienda dalla creazione dei pezzi al prodotto finale, ovvero i dischi. E ne siamo molto fieri di ciò, perché ti permette di restare sempre a stretto contatto con l’arte che crei tu, viverla veramente e venire a conoscenza di tutti gli aspetti più rognosi ma indispensabili.
I problemi che riscontriamo credo siamo quelli che trovano tutte la band: troppo cambi di formazione (anche se al momento non ne rimpiango nessuno) e troppa difficoltà nel trovare date e il giusto interessa da parte delle riviste specializzate. Tra i progetti futuri speriamo in una buona risposta di pubblico con l’album e che ci permetta di entrare in contatto con persone davvero interessate al nostro progetto. Auto-prodursi in tutto è si soddisfacente, ma davvero massacrante e comunque limitativo. Speriamo di fare molti concerti, conoscere nuova gente e proporre già nuovi pezzi. Alcuni sono stati scartati dalle session del disco, altri stanno nascendo in questo periodo ed alcuni del passato li abbiamo completamente stravolti. Un motivo in più per vederci dal vivo.

 

5. Secondo voi quanto è difficile trovare sostegno da parte di una casa discografica? Soprattutto quando si emerge?

Non lo so, non avendo mai avuto a che fare con case discografiche, potrei risponderti per ipotesi. Più che trovare il sostegno (sarebbe già un grandissimo risultato) sarebbe già tanto trovare una etichetta che almeno risponda alla tua richiesta, al prodotto che porti a loro. La maggior parte non risponde e trova, a mio avviso, interesse in quelle band facilmente modificabili, con un sound insipido, facilmente contaminabile. Sicuramente quelle band “indie”, tutte un po’ uguali tra loro, cosi tristi, incazzate e modaiole allo stesso tempo. Che parlano di amori come raccontare una filastrocca vagamente rockeggiante.

 

6. Chi, secondo la vostra opinione, non vede di buon occhio il metal nostrano e cerca in qualche modo di mettergli i bastoni tra le ruote?

Non seguo la scena metal, almeno io personalmente. Marco il bassista si, ha trascorsi in band trash, ma anche lui, sebbene ami ancora quel genere, non lo segue più come anni fa. Io mi fermo ai Black Sabbath con Ozzy (li adoro letteralmente) e ai primi Death SS con Paul Chain. Io stesso non apprezzo la scena metal di adesso, in Italia e non. In primis ho altri background, quindi il mio parere risulta appunto influenzato da altri ascolti e stili. Io prediligo la cupezza, il nervosismo, la drammaticità e il cantato in italiano. Il sentimento, l’emozione. La band metal di adesso mi sembrano un po’ tutte fatte con lo stampino, un po’ troppo infarcite di batterie triggherate, classico riff piazzato li e voci, per me, indecifrabili. Scusa se sono stato un po’ “duro”. Eppure il nostro disco sta avendo molti apprezzamenti nell’ambito metal. Molte webzine lo hanno recensito in maniera ottima. Questo comunque testimonia che nel metal la musica è vissuta davvero con il cuore…e la cose è lodevole. Però nel nostro disco, credo che certe sonorità metal (certo, non estreme) le si possano avvertire.

 

7. Quali sono i gruppi che più vi hanno influenzato? In che modo?

Visto che suoniamo da 8 anni e ci sono stati almeno 10 musicisti…ti faccio un elenco di tutto, perchè sarebbe un labirinto addentrarsi nelle influenze di tutti: Black Sabbath, Editors, Interpol, White lies, Tool, Timoria, Litfiba ’80, Diaframma ’80, Neon, Joy Division, Bauhaus, The Cure, Franz Ferdinand, Queen, Pink Floyd, Guns’n’ roses.

 

8. Com’è nata la passione per il vostro strumento? Perché avete scelto proprio quello? Suonate altri strumenti? O vorreste imparare a suonare altri strumenti?

Dovrei chiederlo a tutti…ma è una domanda che non mi sono mai posto. Gli altri ragazzi, oltre al loro strumento principale, sanno anche interagire con chitarra, batteria, basso e tastiere. Io ammetto di non suonare nulla (sto imparando i primi accordi di chitarra) ed anche vocalmente sono un autodidatta, mai preso una lezione di canto. Io voglio e devo trasmettere emozioni anche se riconosco in me un netto miglioramento rispetto al primo lavoro Fronde. Mi piace scrivere e sfogare le mie sensazioni ed emozioni attraverso le parole, in italiano. Non sempre riesco a scrivere dei testi che mi soddisfino, come credo capiti a molti. Molte volte i più belli sono stati scritti di getto in pochi minuti…e mi piace giocare molto con la mimica. Il mio strumento è sicuramente il corpo, vivo fisicamente ogni singolo momento del concerto.

 

9. Il live che più vi ha emozionato.

I concerti sono stati parecchi, ma speriamo lo siano sempre di più. Per noi è la dimensione più importante ma che però fatichiamo sempre a coltivare con costanza. L’essere indipendenti al 100% comporta che sia io stesso a trovare date, spedire cd a destra e a manca, fare promozione, ecc.
Il tutto è sempre stato tutto autogestito dai Sinezamia, mai nessun esterno. E quindi quello che spero, sarebbe un po’ più di fiducia da parte dei gestori e dagli organizzatori di eventi. Siamo sulla piazza da 8 anni, 6 oramai dal vivo seriamente, non siamo alle prime armi. E soprattutto cantiamo in italiano, senza nasconderci a cantati pseudo-inglesi dal significato sconosciuto.
Esperienze belle ce ne sono state parecchie. In particolare posso citarne due soprattutto, ovvero la data al Sinister Noise di Roma con gli Avant Garde, nel Dicembre 2011. Pubblico romano davvero ottimo ed interessato, che mi ha accompagnato poi nei locali notturni di Roma fino all’alba e sicuramente quello all’Ekidna di Carpi (Mo) nel maggio di quest’anno. Ottima location, ottimo pubblico partecipe e spettacolari i ragazzi dell’organizzazione Grotesque, ovvero Gianfranco e Nico. Il concerto è stato anche ripreso

 

10. Secondo voi, oggi il Rock/Metal come viene visto dalle altre persone?

Dalle altre persone che non ascoltano ciò? E’ sempre il solito discorso: musica per drogati, depressi, satanisti. Aimè non è cosi, conosco moltissime persone di questo ambiente e posso assicurare che sono le più sensibili e disposte al dialogo e al socializzare. Io mi sono sempre considerato un “dark”, ma di quelli di una volta..vestito elegante, ho sempre evitato borchie, stivali con cm di suola, ecc., lasciando spazio ad orecchini, rosari, aneli, bracciali. Quindi non mi viene difficile entrare anche in ambienti diversi da quelli che piacciono a me. Anzi mi piace entrare nei posti dove vengo visto come un diverso, per cogliere i loro sguardi sbalorditi. Ma ammetto che c’è molta gentaglia, incapace di relazionare e molto propensa allo scontro verbale ed anche fisico. Una tristezza.

 

11. Secondo voi il metal emergente italiano ha più successo fuori dai confini italiani? Se sì, perché?

Credo di si, parchè l’Italia è un paese fermo, mentalmente. Sicuramente il metal ha comunque più sbocchi e possibilità in Italia che una band come noi, un po’ atipica. Il cantato in inglese ti permette di essere ascoltato senza magari una particolare attenzione da parte dell’ascoltatore. Noi invece siamo convinti nello scrivere in italiano, perché siamo fortemente convinti in quello che diciamo e vogliamo trasmettere. E l’italiano non è certo una lingua facile da piegare alle metriche rock, ma sicuramente una bellissima lingua, a mio avviso la più bella. Puoi giocare su sfumature, su dei chiaro/scuri incredibili. All’estero comunque vi è una cultura maggiore nei giovani verso la musica. I gruppi emergenti hanno i lori spazi e sono supportati. Qua si fa a botte oramai con le cover band, perché la gente vuole ascoltare le canzoni degli artisti preferiti. E degli stessi artisti preferiti si hanno le discografie scaricate e masterizzate. Manca proprio la cultura di fondo che sta alla base della musica: l’acquisto del disco, l’assimilarlo, il seguire la band dal vivo.
Qua ci si riduce a suonare in posti non adatti alla musica, con gestori incompetenti, a prezzo zero. Questo non è rispetto per chi si sbatte nel fare arte…perché la musica è arte.

 

Vi ringrazio di cuore per la partecipazione. Siete stati gentilissimi. ^_^

Grazie a te per lo spazio concesso. Ricordo che chiunque è interessato al nostro disco LA FUGA (ma anche ai precedenti EP) può contattarci ai seguenti link, aggiornati di continuo quotidianamente:

info@sinezamia.it – sinezamia@hotmail.it

http://www.sinezamia.it

http://www.myspace.com/sinezamiamantova

http://www.facebook.com/sinezamia

http://www.lastfm.it/music/Sinezamia

http://www.rockit.it/sinezamia

http://www.tunecore.com/music/sinezamia

http://itunes.apple.com/us/artist/sinezamia/id508458571

Jasmen Prenzan (Fonte)